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Ha studiato letteratura anglo-americana, in particolare nella Beat Generation di Kerouac e ha nel suo background la conoscenza di jazz e be bop degli anni ’50, come – ad esempio – quello di Charlie Parker. Così, quando Francesco Chiaravalloti di Café Musique le ha chiesto di realizzare un racconto che accompagnasse le immagini storiche, non ha esitato. Si tratta della scrittrice Laura Orsolini e della sua “Frammenti Blues” che ha accompagnato l’omonima mostra presente nella prima edizione del nostro festival al Castello Visconti di Somma Lombardo dal 7 al 9 ottobre.

“Il blues (in 12 battute) insieme alla canzone (in 32 battute) sono le forme primarie del Jazz – ricorda – per questo mi sono buttata volentieri con la testa e con il cuore negli Stati Uniti per studiare e approfondire le origini di questo genere musicale così viscerale che ti prende l’anima. La storia che ho realizzato è una sorta di trait d’union con la vera storia sull’origine del blues. Essendo scrittrice anche per bambini, mi sono messa nei panni di un bimbo schiavo: ho immaginato una storia vista dagli occhi di un piccolo che cresce. Si arriva così alla seconda generazione: il nipote dello schiavo diventa un musicista blues e realizza una canzone che accompagna, come una nenia, la mostra e il racconto, andando a ritroso nel tempo”.

Ora, visto il successo della mostra, si guarda già avanti: “Ho deciso di scrivere una storia per spiegare il Blues ai bambini”, conferma l’autrice.
Di seguito, un Frammento della storia…

Mi chiamo Jesse Casor e sono uno schiavo.

Mi chiamo Jesse Casor e sono uno schiavo. Il mio pensiero è libero, le mie caviglie no.

Mi chiamo Jesse Casor e sono uno schiavo. La mia anima è blues e il blues urla per me.

Cantiamo tutto il viaggio, la musica ci tiene vivi.

Cantiamo tutto il viaggio, la nostra sorte ci insegue

Cantiamo tutto il viaggio, il blues urla per noi.

L’uomo bianco l’ha proibito, il tamburo, l’ha proibito.

L’uomo bianco l’ha proibito, io non l’ho mai sentito.

L’uomo bianco l’ha proibito, io sarò il mio tamburo.

Dio dei bianchi, salvaci.

Dio dei bianchi, non ci abbandonare. In mezzo al dolore, non ci abbandonare.

Dio dei bianchi, se esisti davvero, in mezzo al dolore, non ci abbandonare.

Mi chiamo Jesse Casor e sono uno schiavo. Ho 26 anni e sono tanto stanco. 

Mi chiamo Jesse Casor e sono un nero. Il nero non cambia, il nero non si libera.

Mi chiamo Jesse Casor e sono un nero libero. Non ho niente nel mondo, ma credo nel futuro.

Mi chiamo Jimmy Casor e sono nero.

Mi chiamo Jimmi Casor. Blue devil in me.

Mi chiamo Jimmi Casor. Blue Note is me.